2006 Stoccolma, Svezia
Isohypses - Biblioteca pubblica di Stoccolma
Responsible author Joseph Di Pasquale; Partners Andrea Aimone, Mihran Rovelli Manoukian, Paola Sacchi
Abbiamo ascoltato la musica del luogo e abbiamo visto formarsi dalla collina argentee isoipse di vetro, come leggere mura translucide avanzare sinuose verso la strada. Ferme e silenziose come gli spazi per una biblioteca devono essere. Abbiamo desiderato entrarvi ed abitarvi, farvi un riparo affinché si potesse stare tra questi fermi monumenti e qui leggere, studiare, come isolati dal mondo, come sospesi in un istante del tempo geologico in cui queste protrusioni scaturite dalla collina si sono formate.
Ma in realtà esse si muovono, impercettibilmente, silenziosamente si modificano come le montagne e i ghiacciai, come lo studio e la conoscenza che in esse si formano e si costruiscono negli anni, esse pulsano di luce durante la notte, e catturano il sole durante il giorno scaldando e illuminando i profondi segreti della conoscenza che essa generosamente custodisce.
Vorremmo che i cittadini vi entrassero spesso, anche solo di passaggio, per prendere un caffè e per parlare nella galleria civica, che gli studenti la attraversassero tutti i giorni per accedere agli altri edifici universitari, vorremmo che divenisse parte dell’esperienza quotidiana della città, che le famiglie la utilizzassero la domenica per raggiungere il terrazzo e il parco, che gli innamorati la attraversassero per andare al ristorante in una sera di primavera guardando il panorama della città a lume di candela, vorremmo che i bambini scoprissero la bellezza dell’edificio di Asplund giocando e studiando e allo stesso tempo educandosi all’architettura, vorremmo che i cittadini di Stoccolma amassero questo edificio nato dal ventre della loro città e dopo un certo tempo si dimenticassero di quando è stato costruito per considerarlo da sempre esistito, come un elemento naturale, come le colline e i laghi della loro terra, che non poteva che sorgere lì, che non poteva che essere come è, un non edificio in mezzo ad edifici che è divenuto edificio nel suo incontro con la vita e con il tempo.