Questa mattina si è svolto il seminario “La via milanese all’architettura dell’Edificio Alto” organizzato dai professori Luigi Chiara e Joseph di Pasquale del Dipartimento BEST della Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, nell’ambito del Laboratorio di Progettazione.
Un incontro sul tema del grattacielo assume un’importanza centrale per il dibattito architettonico contemporaneo, alla luce delle trasformazioni in atto sul comune di Milano che, nell’immediato futuro, vedrà un aumento del numero di edifici sviluppati in altezza.
Il professor Luigi Chiara, moderatore del seminario, ha introdotto il rapporto tra la città e gli edifici alti, analizzando le influenze nordamericane ed europee che, a partire dagli anni Sessanta, hanno portato alla costruzione di architetture verticali a Milano.
Il grattacielo Pirelli e la Torre Velasca, gli esempi più rappresentativi delle prime architetture milanesi sviluppate in altezza, sono stati raccontati e analizzati dal punto di vista critico, formale e strutturale dagli architetti testimoni diretti della nascita di due progetti che hanno fatto la storia dell’architettura italiana contemporanea.
Per il grattacielo Pirelli, ha parlato prima Cesare Maria Casati, allievo di Giò Ponti, evidenziando come dalla creatività unica e innovativa del maestro sia nato l’edificio simbolo della potenza industriale della famiglia Pirelli. Renato Sarno, responsabile dello studio RSG, ha quindi raccontato il restauro della facciata dopo l’incidente del 2002 e rilevato come l’edificio non abbia subito crolli, a dimostrazione dell’alto valore del progetto anche dal punto di vista strutturale.
La torre Velasca è stata introdotta da Epifanio Li Calzi, architetto e collaboratore di Ernesto Nathan Rogers.
Li Calzi ha rimarcato come Ponti e Rogers, antitetici sul piano teorico, fossero accomunati dal grande amore per l’architettura. La nascita della torre è stata poi raccontata da Bico Belgiojoso, figlio di Lodovico Barbiano di Belgiojoso, uno dei soci del gruppo di progettisti milanesi BBPR, che la ideò nel 1956.
A seguire, l'architetto Joseph di Pasquale ha aperto il suo intervento sottolineando l’alto valore delle testimonianze date dagli altri relatori che hanno potuto lavorare a diretto contatto con Ponti e con lo studio BBPR, progettisti che nella loro epoca si confrontavano da pari con i protagonisti del panorama internazionale. Di Pasquale ha auspicato che l’architettura italiana contemporanea torni a esprimersi ad alti livelli nella progettazione di grattacieli, ricordando che l’edificio che svetta verso l’alto è una tipologia presente nelle città italiane già dal medioevo. Successivamente ha descritto lo stato dell’arte a livello internazionale attraverso un rapido excursus sui progetti di grattacieli più innovativi ideati in tutto il mondo.
Nell’aula sono stati esposti i plastici dei progetti elaborati dagli studenti del Laboratorio di Progettazione per l’area di scalo Farini a Milano.